Sono un chirurgo, toracico.
Cresciuta con l'innato desiderio di studiare l'essere umano, la sua natura, la sua fragile perfezione, quell'infinità che ci portiamo addosso ogni giorno senza neppure accorgercene. Per anni mi son chiusa tra libri e reparti d'ospedale, e, senza accorgermene, mi sono perdutamente innamorata di una professione, delle persone e dell'essere umano, qualunque ruolo esso abbia.
L'incontro con lo yoga alcuni anni fa è stato quasi casuale, l'invito di un'amica che mi ha portato per la prima volta sul tappetino.
E mi sono innamorata di nuovo. Anzi, mi sono innamorata ancora, perché con lo yoga quotidianamente nutro il mio scientifico amore chirurgico di una consapevolezza che non viene insegnata all'università: essere in questo corpo ed in questo mondo, qui ed ora.
La Bhagavad Gita, uno dei testi di riferimento dello yoga, recita “Lo Yoga è la pratica del tollerare le conseguenze di essere se stessi”. Ed è proprio in questa dimensione radicata nel presente, pacifica e di accoglienza dello spazio fuori e dentro noi stessi che ho trovato il piacere di immergermi, guardando con libertà ai limiti del mio corpo e della mia mente per poterli giorno dopo giorno oltrepassare, riassaporando la gioia di un bimbo che rincorre i suoi primi passi.
La curiosità di approfondire, scoprire, ed anche mettermi alla prova, senza paura ma con limpido entusiasmo, mi ha condotta alla cuola per insegnanti yoga SFIDY diretta da Claudio Conte, a Milano, riconosciuta dalla Fédération Nationale des Enseignants de Yoga (F.N.E.Y.).
Un percorso di studi di 4 anni, intenso e davvero sorprendente, come può essere per un chirurgo, abituato a guardare i polmoni ed altri organi da dentro, scoprire che...abitiamo un corpo che respira!
Un percorso formativo che mi ha condotto oltre allo studio ed all'amore per questa disciplina, nell'ambizioso desiderio di far mia e trasmettere agli allievi ciò che Roger Clerc definisce " un'arte di vivere".